venerdì 26 dicembre 2008

Identificativo di fuga #15001# -parte seconda-


Chiedi a un cieco cosa vede...e lui parlerà con le mie parole, col senso forte di chi ha deciso di vedere dentro il suo nero buco...soltanto per questa vita, solo per illudersi...solo per provare e non essere creduto, laddove la lungimiranza si scontra con l'utopia in un parallelo con un difetto pari a un due più due che danno come risultato un numero tendente al quattro...se il relativo è personale e il personale è altrui,l'altrui spesso è anche proprio e di conseguenza comune e di conseguenza calcolabile nelle sue oscillazioni e poi variabile e poi studiabile ma mai certo e sempre valutabile...
vedo così i confini di ogni forma, le figure di ogni ente, la genesi costitutiva del soggetto, imploso sotto il suo stato secondo per secondo, inscindibile dal suo divenire, targato finito e per questo in atto nella sua ridefinizione...tangibilmente visibile adesso quandanche vada a coprirsi e a mostrarmi le sue paure...la schiavitù altrui è il primo passo verso il non io,verso una vita che non è la nostra...mucho gusto senor...il difetto è idealizzare troppo...ma almeno non le varie "serie" dei target,piuttosto invece le microstrutture invisibili e non presto afferrabili col sè che sfonda pensiero ed esperienza intrecciando i caratteri e i modi nelle sue variabili nella più complessa equazione di dati fenomenologici secondo parametri di ricerca che convincano il possibile a fare spazio per dare alloggio allo zaino dell'occhio ramingo con quella predisposizione che solo il più fervente francescano missionario può avere...saper sentire la puzza di cantina,scorgere T con la testa rossa o labirinti senza uscita o moquette troppo morbide per non avere sabbie mobili sotto. La codifica di una quinta dimensione è ordinariamente essenziale e innegabilmente la soluzione più proficua al problema. La ricerca diventa il necessario proporsi di un salto in quinta o in settima, l'esigenza di esaminare il punto logico e il suo evolversi, per chi crede ancora nell'anima mundi o per chi non vede l'ora di farsi fare un'autopsia, nei percorsi dell'ospizio della gioventù o nelle sale d'aspetto della propria vita...persino il più disincantato e triste esteta potrebbe capirmi se solo aggiungesse fra le componenti delle proprie variabili il fatto di vivere sul pianeta Terra con altri esseri umani...il sesso almeno unisce tutti teoricamente...e nella sua antica porta verso l'Oriente ritrova scritto nelle mura e nelle acque dei suoi ricordi il sereno scorrere di un'esistenza nobilmente attiva e teneramente stuprata dai suoi tanti amanti che mille volte andarono via per poi tornare...e ora che la poetica sta nella frequenza di passaggio fra una sinapsi e l'altra, non posso non vedere il più grosso speculum mundi dove l'egocentrismo impara le tabelline del sè,con l'unico occhio con cui si nasce e profondamente vivendo lungo le fibre che traghettano l'onda su per quel nero buco che adesso poco dice e molto si diletta a sentire e a plasmare nei canoni che piuttosto inutilmente convinti ormai sembrano esser passati sulla codifica dello step -15000 .