mercoledì 15 dicembre 2010

Sileno furens



E viaggio sulle spalle del gigante, scivolo sulla schiena del lampo.
Io sono nel dente del serpente, nell’occhio dell’aquila in picchiata,
sono nel formicaio vivo, nella foglia paziente al sole,
sul fondo assassino della cascata.
Abbraccio il turbine del vento, raccolgo le lacrime sparse delle nuvole,
dormo sulla fiamma notturna del campo.
Io sono l’urlo nella furia del coito, la nevrosi del furore uterino,
le pareti bagnate della mia camera.
Sono nel frenetico dondolare delle corde, sono nel pugno del tamburo,
fra le scale dissestate dei monti, tra i vermi che mangiano casa,
nella zolla spaccata dal sole o nell’odore del momento passato.
Sono la peste che bacia il popolo, i grattacieli che girano in direzione del sole,
l’involuzione della specie, la regressione del sapiens.
Sono l’occhio che gira intorno al satellite, la membrana perforata che avvolge la terra,
nel nucleo incandescente, fra gli atomi sparsi del mio corpo.