martedì 27 febbraio 2007

Se conosci il mio nome


Perfezionismi marcianti verso orizzonti pianificati e rigidi chiedono asilo politico e padri dai quali ricevere stipendi e pacche sulla schiena prima che il cancro se li porti via; sono tragici torrenti quelli che scorrono lungo le vie del centro il sabato sera e misere,misere voci che dal basso della loro mediocre fama assistono afflitte all'incremento di sistemi tratti da matrici di imperialismo politico-economico ma che controllano psicoanaliticamente con matematica perfezione ogni schietto 110% di libertà moderna che voglia diventare qualcos'altro da quello che è nato per essere.Avanti tutta...marciamo coatti,geometrici e boia chi molla! E così tra ozio,comodismo e ignoranti,le scale salgono e sviano sempre verso una ragnatela invisibile...e chi non la vuole vedere è tale da essere considerato cretino o disonesto. L'ignoranza è un bene prezioso per chi vuole vivere felice, ma non per ricercare pessimismi nei fondi del suicidio schopenhaueriano ma nel verde asfalto che calpestiamo...
Bisogna morire presto nella realtà per rendersi conto che c'è bisogno di vita e che il mondo ideale non è solo spazio di spogliarelli e contratti di acquisizione auto, di plausi lavorativi e ricordi più o meno laceranti.

Se conosci il mio nome puoi intuire che il limite non è sinonimo di estremo ma di pagina bianca,dove porre radici metafisiche e far collimare le poche verità terrene con i collegamenti fra ragionamenti esclusi da ogni tipo di lusinga o corruzione.

Se conosci il mio nome devi ammettere che esiste un solo nome e che puoi scappare quanto ti pare ma la vita batterà sulla tua anima senza pietà, ma non venire a bagnarmi le maniche e non fare il titano e non accusare la gente perchè gli altri sei tu,sono io e le palle sono fatte per essere usate.

Se conosci il mio nome sai che fingere è impossibile quando diventi un sismografo e il fremito diventa vasto e non puoi tapparti la bocca, non puoi mandare a fare in culo tutto, non puoi studiare recitazione perchè sei nato per fare la "comparsa", ci muori e non chiedere prestiti a Dio perchè non gliene sbatte un cazzo di te. La fortuna non aiuta gli audaci, la fortuna fra poco sta per diventare un pacchetto di azioni che qualche americano si accaparrerà per monopolizzare le lotterie di tutti i giorni.

Se conosci il mio nome hai il coraggio di guardarmi negli occhi e di accorgerti che esistono due mondi dove uno ha messo le sue invisibili ancore materialiste dentro le nostre anime, come l'uomo dentro la scatola dipinta di blu, sopra il cielo e sotto il mare e la felicità è servita con coerenza e soddisfazione.

Potrai non conoscere mai il mio nome come mille e mille e mille ancora fanno seguendo le orme dei padri; potrai adorare te stesso disprezzando l'esistenza ma la massificazione socioculturale non è il conto da pagare per aver chiesto democrazia e progresso e aver tagliato teste coi colletti bianchi. Esiste un termine ultimo di arrivo dove la giacenza delle proprie possibilità non può non capire che l'uomo non può spiegare il mondo e il suo simile se non ricerca sè stesso attraverso il concetto delle verità ideali.

Non conoscerai mai il mio nome perchè non riesci ad accettare che il mio nome non corrisponde al tuo...quando l'immersione estetica nell'edonismo è data dal graduale o rapido svelarsi di una verità...e solo togliendo le nostre vesti scorgeremo le ferite e le accetteremo cercando di curarle.

Il male di vivere è solo il frutto del nostro vecchio secolo ma esiste una ricerca escatologica del sè umano che non può non portare all'accettazione dello speculum mundi, chi fugge vivrà per morire convinto dei soliti sù e giù della vita. Il mio nome adora il pragmatismo e reinventa la genesi del pensiero e della propria autonoma costruzione.

Se conosci il mio nome hai ascoltato il silenzio e spiegato le tue ragioni mentre qualcuno ti prendeva per pazzo...quando il silenzio sta fuori e io vivo dentro.

martedì 20 febbraio 2007

Esegesi di un arrivista


Che senso ha scalare una montagna per poi mormorare la propria verità? Come si potrebbe mai negare che il sadismo è una vendetta troppo finalistica e che troppe volte invidio il grigio che non potrò mai essere. Puttana, puttana la voce che ti soffia dentro e t'infonde l'ambiguo e l'indeterminato ideale concretizzarsi delle volontà altrui...e allora svilluppiamo orecchi che ingoino uccellini di giardino, nel dominio completo delle proprie facoltà ermeneutiche...saremo proiettili sottili e puliti, coerenti alla nostra modernità, sempre più allungati e poco ombrosi ma quando qualcosa colpisce dentro non si può prevedere il danno di una pistola dal suo calibro, non si possono adottare medesime unità di misure per pozzi pieni e mari le cui acque evaporano nel calore del loro essere inattuale. Ognuno non sarà mai ciò che pensa, o ioaltrui ma solamente ciò che riesce a costruire in un'ideale proiezione oggettiva, sfruttando linguaggio serbatoio della volontà, non accontentandosi nè di eroi nè di quel superuomo soggettivo che non riuscirà mai nemmeno a far diventare un'emozione atto puro. La morale è una tinta per capelli per gente ormai povera e daltonica, così che il più grave atto compiuto dal male fu quello di dire che il male non esiste e tutti compreso i duri padri e le pudiche madri non fecero altro che accettare il negativo concesso per ridefinire l'anima della loro prole fino al triste mondo istrionico che considera il soffitto della propria camera come il proprio cielo, schiaffeggiando il sistema ma pagandolo per non morire e non rischiare di diventare il tetro alienato spettacolo di vicoli di periferia. Se le accuse portano i pozzi pieni a voler diventare laghi,oceani o mari non basterà molto a vedere come in realtà la propria acqua toccherà irrisoriamente le presunte superfici ipoteticamente appartenenti a questi moderni cilindri di ideologie e coerenze; dal proprio fondo non sai mai cosa uscirà e l'estetica creazione estemporanea attinta dall'io sarà solo un paragrafo di un capitolo mai studiato. Tre volte uscito fuori dalle illuse lusinghe,tre volte toccato dall'entità del trascendente,tre volte diversamente animato da sproporzionate diversità di profondità interiore, terzo di un creato terreno, sbagliato non curato, pianta selvaggia,odiata,denigrata,rinchiusa dentro se stessa, genuina iperbole del da sè. Terzo senso non negato di espressioni più volte oscuramente dibattute, tra chi conosce e apprende sè stesso e si rallegra, nell'atelier dell'edonismo o nel lieto sforzarsi di mordersi la coda, ognuno ,prego , scopra sè stesso e veda almeno che l'universale di ognuno è prioprio il sè medesimo che qualche volta potrebbe anche riflettere un po'.