martedì 28 aprile 2009

Chiaro di luna di giorno


Qualche volta qualcuno gioca a nascondersi in un negozio di maschere, e non ci vedrai mai il male anche se andassi a spulciare uno per uno i tuoi sogni fino a regalare le tue lacrime ad una chitarra morta … e le medesime scale di ogni tempo rincorrono te stesso per donarsi nella scelta di quella dionisiaca parentesi che abbraccerebbe il tuo infinito fino a strozzarlo dolcemente per poi gettarlo con un gesto di romantico disincanto a terra … porterebbe con se ogni attimo e farebbe svanire ogni evanescenza mostrandola dilatata come il fiume di sangue che scorre da quei balconi abbandonati. Dammi una ragione, una valida ragione per continuare a seguirmi, a rincorrere lo strazio che consuma i miei sensi e dilania le carni avvolgendo i miei battiti lenti come una favola dalle pagine strappate … l’ondivago perpetrarsi di oceani opposti e immensamente bianchi nel vortice del risveglio da ogni vita si apre l’eterna fine di ogni cosa, lunga di fameliche grida al cielo e sconsiderati attimi incompresi. Nel retro di ogni via giace solitaria la possibilità di mancare il proprio bersaglio trafiggendosi una volta per sempre nel più lisergico dei passi. E calpesto incurante il mio corpo lavandomi di sputi e bestemmie aspettando che tutto passi e la scatola dei sogni possa svuotarsi presto.

domenica 26 aprile 2009

Il passero solitario subatomico


Vado dissestandomi stasera. C’era la luna ieri? Giro intorno al nido, e i serpenti tirano fuori in mezzo al veleno le loro vie biforcute. Ti ricordi se c’era la luna ieri? A quale costellazione appartengo quando esamino quel fottuto vetro che mi contiene? Credi a quelle lamentele tu e cospargi il terreno di semi avariati e analisi1 e analisi2 e analisi3…Cazzo ti ricordi se c’era la luna ieri? Non sono mai sceso dal gioco del tappeto e quasi quasi mi faccio tirare ancora più su col rischio di cadere una volta per sempre nel nido… Boia mondo ti ho chiesto se ieri c’era quella cazzo di luna? E che caldo lì nella stessa ruggine, l’antenna del vicino è sempre più verde della tua se passeggi sopra i tetti la notte e noti che manca qualcosa. Mi andrebbe di chiederti se ieri per caso passavi di lì e hai visto mica la luna,no ma lascio stare. Pallidamente disoriento ogni trucco prima di abbandonare la mia oasi nel deserto per poi ricercarla in Congo. Mamma mia che faticata, non ho fatto nemmeno in tempo a vedere se c’era la luna, sapresti aiutarmi? Il Frate Cappellano intona già il mattutino, schiocco le dita e mi sveglio, accendo i miei occhi, oriento le orecchie, calcolo la distanza del passo, calibro la mia lingua e…“Buongiorno mamma, è pronta la colazione?”