giovedì 8 settembre 2016

Morfema-zero o del plastico disordine che è uno


Riprova.
Sforzati.
Riprova ancora.

Perché lo hai lanciato in aria?
Avevi il tuo lemma tra le mani, hai dimenticato il sintagma delle dita.
Nel cesto di Alzheimer bambino porti il tuo titolo.
Avevi il senso negli occhi, dormono aperti adesso.

Nè qui nè in altri pianeti la tua lingua arida serve.
Parlati alle orecchie, confeziona un terremoto. Riprova.
Ritorna al nucleo, pesca nel sonno, fa' boccheggiare l’iperbole.

Quale multimediale cecità il mutismo della plastica opaca?
Come si pronuncia la gravità del colore?
Sforzati ancora.
Annega nel paradosso.

Hai ingoiato il segno.
L’intero. La misura. La voce alle tempie.
Non ti vedo più.

Uno.

Il tuo posto vuoto ora trabocca.