mercoledì 26 agosto 2020

De Sulphure


Io sono, atomico nello sfuggire, l'ombra senza l'albero,

la radice d'inciampo, la ferita senza la caduta, la gravità distesa ad aspettare la fisica,

le ore in classe a voler andar via dalla lavagna, il bianco che non bastava mai,

il lessico infame che attende di riempirsi, il volume liberato degli scaffali,

l'archivio che fatica a formattarsi, la dimenticanza che scioglie gli ultimi fazzoletti,

ora sporchi ora candidi, io sono.


Io non sono, una fuga d'incanto, le parole che si mordono fra loro,

la punta fendente insanguinata, i corridoi che aspettano i pazienti,

le premure scomparse d'un tratto, la linea che marcava giusto appunto e forse poco,

molteplici opposti che si allineavano riconoscendosi, parallelo alla sinusoide,

il vortice ora decaduto, perdere di vista l'orizzonte e la caduta, 

il vuoto rimasto senza bordo, io non sono.