giovedì 15 novembre 2007

Il mio eterno purgatorio


Entrare...quando il veleno del mondo è finito è il tuo perfetto purgatorio dove speri di vivere per sempre tra i tuoi lampi di razionalità e il tuo inutile durante che supera e riduce il vero significato trascorrente vita...e siamo solo satelliti in orbita pronti a sparare e a magnetizzarci secondo i nostri poli nella continua minima o parziale dipendenza...solo questione di orbite e purgatori...nulla di più, non dategli altra spiegazione perchè i vostri stadi di ebrezza siano criticati quando ancora tutta la magia sia in circolo ed il grande male del mondo sia stato addormentato e si risvegli dalla sua momentanea anestesia nel cui sogno egli urla e si rigira per donare razionalità e assoluto...e porre il puntino indifeso all'interno dell'infinita linea affinchè questo possa vedersi nello spaziotempo e terrorizzarsi drogandosi per essere piacevolmente insensibile...gioisce colui che coniuga la razionalità al tempo ed al suo svolgersi...vive nel suo estetico divenire chi la ratio la vuole perdere disperdendosi nei meandri del proprio labirinto compiacente, edonistico ed eternamente lieto...oriente e fantascienza si riscontrano nei teneri trastulli di onde e magma freddamente intorpidito...è la morte di ogni male...è l'esaltazione di ogni ego esistente e di amichevoli istanti di perbuonismo permissivo lecito ad ogni credo per la negazione del non vissuto che nell'immaginario trova alternativa al suo bieco non essere comunque illusoriamente pensato...la caduta indiscutibile dell'uomo porta l'essere a urlare nel suo lungo tragitto prima dell'impatto ma ognuno può disegnare le sue forme che esprimano imprescindibili tocchi di sè stessi più e più volte graffiando i bordi del proprio lungo cilindro che non porterà mai appiglio ma darà il dolore del suo profondo significato in quanto essenza e tale...incensi per spegnere i malinconici pensieri e bocche rosa per raffreddare i cuori nostalgici...ma mai più il momento e quel suo durante così inutile e speciale...sperando che tutto si fermi eternamente e che la luce trovi il compromesso alle tenebre...

sabato 3 novembre 2007

I CANNOLI DI JONATHAN - capitolo terzo


Perchè, perchè le mie orbite sono andate a incrociarsi e talvolta sovrapporsi misericordiose sulle vostre, quale guadagno da ciò? Non è forse un altro mattone che cade dal muro del mio pianto e la parte dell'egoista a chi è assegnata così? A chi non comprende o a chi pretende senza mai ascoltare. Parlate tanto di tirare fuori le palle, di ipocrisia, di schermi...ringraziateli piuttosto...sono questi simulacri artificiosi che vi hanno permesso di essere felici e di superare le cose e di essere ipocritamente e momentaneamente accettate nei vostri più stupidi ed egoistici sbagli...l'errore mi appartiene perchè purtroppo talvolta l'egoismo non mi comanda del tutto. Su per i miei canti di terrore e morte riecheggiano i vostri inutili lamenti, come commiserazioni di lacrime cadenti sul latte ormai scaduto, digerito e vomitato...il silenzio è il dono più grande che mi possa aspettare da voi, l'assenza o forse il non essere...gently...

Volendo donare l'8x1000 alle compagnie aeree che con le gesuite missioni ci prelevino allorquando iniziamo a produrre ed esportare bile aumentando il Pil di un'anima che si è rotta decisamente i coglioni...voglio i miei interessi a manetta, voglio sentire il telefono chiedermi un cappio perchè triste e solitario, voglio vedere la telecom fallire, voglio vendetta servita indifferentemente a colazione,pranzo e cena...non esigo scuse, perdoni e cambiamenti...chiedo piuttosto backup mentali e trasferimenti nottetempo verso tecnopoli e ghetti puliti...favorevole inoltre alle più sanguinose violenze mentali che puniscano chi vede ancore d'appoggio anche in morenti egoismi...gently...il mio egoismo non vuol gareggiare perchè se ognuno tira i propri remi in barca le vostre situazioni rettali si verrebbero notevolmente a complicare...nessuna trascendenza tocca questi ottusi pensieri che purtroppo non bastano a difendere una metà assuefatta e fragile...invito perciò tutti a tornare nei propri ghetti e ad abbandonare ogni futurista proposito di globalizzazione ed interurbanizzazione ibrida...domani il tg annuncerà il crollo di ogni ponte e l'innalzamento di cortine e limiti minati affinchè gambizzare o gambizzarsi sarà il nuovo sport nazionale del nuovo anno a me lieto e per voi ferocemente atroce...voglio ricevere il nobel per la pace perchè da gennaio farò diminuire il costo dei fazzolettini di carta e i vostri copiosi pianti saranno finalmente accolti non da orecchie dal poco "io" ma da tonnellate di "tempo"...Jonathan è diventato un franchising e tutti i momenti da qui in poi stanno diventando soci ad honorem...niente bile solo gusto!

giovedì 12 luglio 2007

E fugge il punto #62# della vita


Cornice cornice cornice mia dimmi dov è il tuo quadro...dove volò la tua tela? A dimostrare cosa a chi? Quali sofferenze la crearono? E quale olio prese ispirazione dal sudore del tuo concepimento mentale?

Sciogli tu la plastica che mi avvolge e sigilla queste parole...e lo stile e la forma tristemente decaddero...

Parenti cadono dagli alberi ma non puoi morderli, il sacerdozio è onestà, l'onestà è verginità ed il nulla si concretizza in treni ormai passati...i restanti sono vetture in continuo divenire continuamente in assistenza...

I potenziali della multinazionali tecnologiche sono sorpassate dalla domanda e la domanda propria segue subito dopo...

Il delicato tocco divino sbatte pesante sulla carcassa di un'anima che si incastona nel proprio gioiello di destino...e non togliere mai dal gingillo la sua pietra perchè potrebbe rifinire ebano fiorente semmai ricomposto...

Lame tagliano lame trovando la metà del mezzo senza poter scoprire mai se questa è l'actio umana o sia il male o sia l'indole naturale comunque più volte sconfessata secondo tesi da trascendenza new age...e la legge c'è forse in tutto ciò?

L'uomo sincero risponde mostrando un proprio ritratto a colori ma ammettendo l'impossibilità di professare la propria imperfezione come tesi del rovescio del rovescio...croce e delizia fra le incalcolabili verità supposte e mai provate...egli confessa di aver paura, e di tollerare il trasformismo qualora egli stesso per prima venga trasformato dal destino cosicchè ogni cambiamento diventi solo l'inutile osservarsi davanti ad uno specchio che non ti dirà mai quale dei tuoi due occhi è quello più grande...

Oggi celebriamo solennemente la nascita della postmodernità con l'augurio più sincero che questa possa durare il meno possibile perchè i papi stupidi durino poco perchè spero Dio abbia una certa premura di attivare disegni escatologici in prima visione live per i qui presenti...perchè la fede è un optional...anche se io avrei voluto mettere gli airbag alla mia vita in cambio...

Come la cornice riacquisterà la sua tela? Me lo chiedo anch'io...ma la ritroveranno, ne sono certo...magari stesa sulla Senna a godersi il sole mattiniero o forse lungo il Tevere in una sera di sbronza euforia...la troveranno e nessuno si chiederà cos'è ma tutti la vorranno osservare fino in fondo...

...e rideranno di una cornice che rischia di affogare nelle acque basse solo perchè insegue quella tela di cui conosce l'essenza ma che non vuole violare con il suo sguardo...

...le labbra si chiudono, gli occhi tirano giù palpebre pesanti, i canti si spengono fra gli angoli notturni e acceso rimane il pensiero sempre lì fisso a chiedere invano le ferie

venerdì 22 giugno 2007

Da nessuno a nessuno


Nulla e silenzio, mancamenti mnemo-sensoriali forti della debolezza poi il tuo calore e quello altrui e sorrisi e falsi sorrisi e pianti e gioie e false gioie.

Tu che non conosci il lamento e il dolore, che difendi tè stesso col tuo animo e forte del sincero conforto di pochi ignori il momento e sei avanti col senno...

Tu che hai saputo trattenere le lacrime, e quando non hai potuto trattenerle hai avuto le forze per piangere, magari riscoprendo una risata dopo settimane...

Tu che hai taciuto e hai soppresso le urla, mostrandoti benevolo e interessato alle altrui mistiche leggende di grandi sofferenze da inglobare tuttavia in pochi punti e poco tempo...

Tu che hai combattuto contro una parte di tè stesso nella mente e nel corpo e che hai usato il silenzio come strumento per mostrare la tua profonda sofferenza...

Tu che hai accettato ogni cosa come necessaria godendo solamente del tuo respiro e della speranza alla quale talvolta piace fare un bagno caldo all'inferno...

Tu che hai visto come tu non faccia parte degli interessi altrui se non per qualche stupido minuto
nel quale ognuno porge un disinteressato orecchio che non vede l'ora che la commedia abbia il suo inevitabile lieto fine...

Tu , che nel ricordare i 25 giorni dove hai dimostrato la differenza che passa fra uomo e uomo, soffri ancora volendo dimenticare...per questo...dal cuore...io ti ammiro

venerdì 11 maggio 2007

cadavere d'Avanguardia


Teorie del doppio sconvolgono con potenza e sofferenza l'essere che entra nei cannoni della calda postmodernità preestiva disponendo gemini et gemini et gemini per un concetto forse di integrità ontologica autodeterminante. Espropri di radici natali,di affetti e culture,di passioni e vizi,di debolezze,di virtù e capacità mai più utilizzate...e tutto si incanala verso lunghe proiezioni filosofico-visionarie non accertate dal soggetto che non potendo ricevere risposta d'eco osserva il variare fenomenologico del proprio sè clinicamente dedito al mutamento...oltre l'altrui tocco di ioaltrui che provoca solo odio e inimicizia...tremendamente innamorato del dolce morire di ogni giorno e di ogni notte, di ogni rinuncia, di ogni brivido che scorre acido lungo gli arti e avvolge il collo...creando superbia pulita Euro5 ed il misero prostrarsi di fallite tempeste di lacrime e disperazione mutate in liberi abbracci alla vita frenetica che il tempo ci chiede...perchè la sera non sia sera ed il giorno non sia giorno perchè di ogni cosa al tempo venga mostrato il mezzo cosicchè io possa celargli il doppio...gettando via il passivo incedere di taccuini verbali di fine settimana...e non esista il sistema binario e la codifica a due cifre perchè la linea è il nostro punto...e non esista il sussurro, lo sguardo a metà, l'atto parziale ed il non calcolato.
Non esista il confronto perchè questo è superfluo, sia eliminato l'umano come indefinito evolversi dato da fruizioni che non siano fiscali alla personalità e all'esasperazione del positivo razionalreazionario...muoia agli occhi della modernità l'uomo che cerca sè stesso e non un prodotto fintocosmopolita e saccente...il senso della verità colpisce, uccide senza tregua e cartoline scritte con lingue sconosciute giungono da trascendenze metafisiche erratamente codificate con criteri da immanenza suburbana...medesimo oggetto, diverso soggetto, medesimo tempo, diverso specchio di misura, medesima potenza, opposta coerenza.
Nessuno scrive, nessuno ha parlato, nessuno muore e rinasce, soltanto il cadavere che ha abbandonato il tempo sta adesso guardando la linea da cui proviene e squisitamente ai loro occhi passando inosservato. La nobile pianta nasce, cresce e muore eppure il suo scopo non è il frutto ma il seme.

martedì 17 aprile 2007

Forse gettarsi nell'ago della non-abitudine


E il bambino scoprì dalla tv la parola "morte" e invano la cercò pensando che questa fosse indicata per la sua età e non comportasse nessun tipo di conseguenze cosicchè il suo corpo e il suo animo avrebbero conservato l'equilibrio e la pacatezza che una vita moderna mostrava celando il ribollire del proprio divenire sotto una terra che pulula di vita inattuale e senza dubbio sincera anche quando questa si contraddicesse o sembrasse essere un'ipocrisia che alienando ogni relativismo mostrasse una probabile e lunatica personalità che nell'affermare l'io sbandierasse senza mai farne parte gli stendardi di qualche virtù od onirica verità svelata dall'esperienza profonda ma mai irrimediabile e naturalmente ossessionata da una volontà instancabile.

Il bambino ostentando la propria vita ricercava la morte come giocando con una pistola carica fino a quando non partì un colpo alla testa e il bambino terrorizzato allora avverte il dolore della verità e la differenza dall'abitudine, anch'essa un'abitudine soltanto molto migliore ma di una semplicità così ovvia che sta nella natura dell'uomo complicarsi dolcemente la vita.

Il bambino capisce di essere bambino e di essere caduto nel vizio e la vita così gli sembra sia stata dettata dal vizio e dall'attuale attuare la propria illusoria modernità con l'accettazione di costumi che una volta entrati in simbiosi con l'uomo non sono più costumi ma invisibili sistemi di abitudini.

Quando la pallottola gli entra dentro egli inizia a vedere il male e a scorgere i vessilli dell'avanguardia e un mite,libero,assennato e felice uomo nei pensieri del suo futuro che nel suo essere produttivo redige la lista di ogni ordinario benefatto all'esistenza propria senza mancare di etica ma bypassando ogni confronto causa l'esistenza di un egoismo accentuato.


Quanto è lontano il mistico concetto dell'io da noi stessi quando accendiamo la nostra sigaretta prima di andare a dormire e riflettiamo su ciò che abbiamo fatto o dobbiamo fare?

Quanto sia fasulla la parola "normale", "mediocre" o "discreto" poichè riferita al resto o alla statistica o alla comunità.

Quanto l'evoluzione personale compiuta sia solo una minima parte del possibile dato che l'attuale punto di arrivo dal divenire quotidiano è dettato per lo più dalla casualità degli eventi e delle situazioni.

Quanto la diversità detti la ricerca dell'io, sensata o meno, che abbia riscontro o che non abbia nulla oltre, come scavare nel deserto per trovare sempre sabbia...quanto la diversità sia sensata e distingua ma senza ostentazioni,perchè ognuno sappia davvero ciò che è e non debba dimostrarlo in nessun modo ma semplicemente vivendo in trasparenza e senza artifici che modifichino la natura propria e la propria indeterminata personalità alla quale si devono decisioni,cambiamenti,fermezza o instabilità.

Nessuno valuti l'altro con i propri parametri perchè diventerà palese il soggetto che non si sforza di ricercare il proprio io e non sfrutta il proprio naturale divenire per intrecciare volontà e possibilità nell'età e nelle esperienze che ogni tempo comporta.

Quando inizi a stare male e senti qualcuno disinfettarti le tempie...stai tranquillo...ti stanno solamente sparando.

martedì 27 febbraio 2007

Se conosci il mio nome


Perfezionismi marcianti verso orizzonti pianificati e rigidi chiedono asilo politico e padri dai quali ricevere stipendi e pacche sulla schiena prima che il cancro se li porti via; sono tragici torrenti quelli che scorrono lungo le vie del centro il sabato sera e misere,misere voci che dal basso della loro mediocre fama assistono afflitte all'incremento di sistemi tratti da matrici di imperialismo politico-economico ma che controllano psicoanaliticamente con matematica perfezione ogni schietto 110% di libertà moderna che voglia diventare qualcos'altro da quello che è nato per essere.Avanti tutta...marciamo coatti,geometrici e boia chi molla! E così tra ozio,comodismo e ignoranti,le scale salgono e sviano sempre verso una ragnatela invisibile...e chi non la vuole vedere è tale da essere considerato cretino o disonesto. L'ignoranza è un bene prezioso per chi vuole vivere felice, ma non per ricercare pessimismi nei fondi del suicidio schopenhaueriano ma nel verde asfalto che calpestiamo...
Bisogna morire presto nella realtà per rendersi conto che c'è bisogno di vita e che il mondo ideale non è solo spazio di spogliarelli e contratti di acquisizione auto, di plausi lavorativi e ricordi più o meno laceranti.

Se conosci il mio nome puoi intuire che il limite non è sinonimo di estremo ma di pagina bianca,dove porre radici metafisiche e far collimare le poche verità terrene con i collegamenti fra ragionamenti esclusi da ogni tipo di lusinga o corruzione.

Se conosci il mio nome devi ammettere che esiste un solo nome e che puoi scappare quanto ti pare ma la vita batterà sulla tua anima senza pietà, ma non venire a bagnarmi le maniche e non fare il titano e non accusare la gente perchè gli altri sei tu,sono io e le palle sono fatte per essere usate.

Se conosci il mio nome sai che fingere è impossibile quando diventi un sismografo e il fremito diventa vasto e non puoi tapparti la bocca, non puoi mandare a fare in culo tutto, non puoi studiare recitazione perchè sei nato per fare la "comparsa", ci muori e non chiedere prestiti a Dio perchè non gliene sbatte un cazzo di te. La fortuna non aiuta gli audaci, la fortuna fra poco sta per diventare un pacchetto di azioni che qualche americano si accaparrerà per monopolizzare le lotterie di tutti i giorni.

Se conosci il mio nome hai il coraggio di guardarmi negli occhi e di accorgerti che esistono due mondi dove uno ha messo le sue invisibili ancore materialiste dentro le nostre anime, come l'uomo dentro la scatola dipinta di blu, sopra il cielo e sotto il mare e la felicità è servita con coerenza e soddisfazione.

Potrai non conoscere mai il mio nome come mille e mille e mille ancora fanno seguendo le orme dei padri; potrai adorare te stesso disprezzando l'esistenza ma la massificazione socioculturale non è il conto da pagare per aver chiesto democrazia e progresso e aver tagliato teste coi colletti bianchi. Esiste un termine ultimo di arrivo dove la giacenza delle proprie possibilità non può non capire che l'uomo non può spiegare il mondo e il suo simile se non ricerca sè stesso attraverso il concetto delle verità ideali.

Non conoscerai mai il mio nome perchè non riesci ad accettare che il mio nome non corrisponde al tuo...quando l'immersione estetica nell'edonismo è data dal graduale o rapido svelarsi di una verità...e solo togliendo le nostre vesti scorgeremo le ferite e le accetteremo cercando di curarle.

Il male di vivere è solo il frutto del nostro vecchio secolo ma esiste una ricerca escatologica del sè umano che non può non portare all'accettazione dello speculum mundi, chi fugge vivrà per morire convinto dei soliti sù e giù della vita. Il mio nome adora il pragmatismo e reinventa la genesi del pensiero e della propria autonoma costruzione.

Se conosci il mio nome hai ascoltato il silenzio e spiegato le tue ragioni mentre qualcuno ti prendeva per pazzo...quando il silenzio sta fuori e io vivo dentro.

martedì 20 febbraio 2007

Esegesi di un arrivista


Che senso ha scalare una montagna per poi mormorare la propria verità? Come si potrebbe mai negare che il sadismo è una vendetta troppo finalistica e che troppe volte invidio il grigio che non potrò mai essere. Puttana, puttana la voce che ti soffia dentro e t'infonde l'ambiguo e l'indeterminato ideale concretizzarsi delle volontà altrui...e allora svilluppiamo orecchi che ingoino uccellini di giardino, nel dominio completo delle proprie facoltà ermeneutiche...saremo proiettili sottili e puliti, coerenti alla nostra modernità, sempre più allungati e poco ombrosi ma quando qualcosa colpisce dentro non si può prevedere il danno di una pistola dal suo calibro, non si possono adottare medesime unità di misure per pozzi pieni e mari le cui acque evaporano nel calore del loro essere inattuale. Ognuno non sarà mai ciò che pensa, o ioaltrui ma solamente ciò che riesce a costruire in un'ideale proiezione oggettiva, sfruttando linguaggio serbatoio della volontà, non accontentandosi nè di eroi nè di quel superuomo soggettivo che non riuscirà mai nemmeno a far diventare un'emozione atto puro. La morale è una tinta per capelli per gente ormai povera e daltonica, così che il più grave atto compiuto dal male fu quello di dire che il male non esiste e tutti compreso i duri padri e le pudiche madri non fecero altro che accettare il negativo concesso per ridefinire l'anima della loro prole fino al triste mondo istrionico che considera il soffitto della propria camera come il proprio cielo, schiaffeggiando il sistema ma pagandolo per non morire e non rischiare di diventare il tetro alienato spettacolo di vicoli di periferia. Se le accuse portano i pozzi pieni a voler diventare laghi,oceani o mari non basterà molto a vedere come in realtà la propria acqua toccherà irrisoriamente le presunte superfici ipoteticamente appartenenti a questi moderni cilindri di ideologie e coerenze; dal proprio fondo non sai mai cosa uscirà e l'estetica creazione estemporanea attinta dall'io sarà solo un paragrafo di un capitolo mai studiato. Tre volte uscito fuori dalle illuse lusinghe,tre volte toccato dall'entità del trascendente,tre volte diversamente animato da sproporzionate diversità di profondità interiore, terzo di un creato terreno, sbagliato non curato, pianta selvaggia,odiata,denigrata,rinchiusa dentro se stessa, genuina iperbole del da sè. Terzo senso non negato di espressioni più volte oscuramente dibattute, tra chi conosce e apprende sè stesso e si rallegra, nell'atelier dell'edonismo o nel lieto sforzarsi di mordersi la coda, ognuno ,prego , scopra sè stesso e veda almeno che l'universale di ognuno è prioprio il sè medesimo che qualche volta potrebbe anche riflettere un po'.

mercoledì 31 gennaio 2007

Basti almeno per due


E' da un po' che vedo colonne neoclassiche sciogliere i propri marmi per lasciare trasparire la struttura e la sua nuda essenza, ornamenti onirici e sensuali abbandonare ogni netto relativismo...è vero che l'equilibrio porta con se ogni speranza ontologica? Potrei mai dire il falso su me stesso se attingo dalla fonte della concreta realtà smascherata e ripulita da qualsiasi inconciliabile ambiguità,traendo considerazioni da puri concetti che osservano rispetto alla sociologia e lurida ripugnanza per la filosofia, qualsiasi essa sia, come magica qualità oltrelogica o forse quintessenza del perdersi dentro un io umanamente lineare. L'ottimismo reazionario potrà mai volgersi al fottuto positivismo o alla bieca misoginia antisemita? Ci porteremo su binari liberi perchè essi saranno la prova del limite valicabile dalla coscienza e mai da occhi sempre aperti,su libri o fenomeni,su suoni o posizioni metafisiche,senza ingoiare rospi prima di nascere,senza proiettarsi su età che non ci appartengono,ma ricercando il nesso fra la ripetività storica come il ricorso ad un medesimo tempo dove tutto è matematica osservazione di fenomeni concatenati.
Nessun predominio paradossalmente è la ricompensa di tale sforzo, nessuna alienazione prolifica fra sultani della propria mente,solo il proprio senso...nulla di più, una meta troppo ambita ma mai troppo cercata, sgombra da ogni realizzazione concreta ma immersa di verità eccessivamente personali attaccate al proprio muro con la complicità di un tempo collante, variando fra tempi diversi presentandosi come agnostico viaggiatore, senza cadere troppo nella morale dell'esteta o nel razionalismo che rende matura una larva che non sa ancora volare...è possibile a volte perdere sè stessi ma non per sempre, non come l'uomo che conosce solo la speranza ma che distingue il possibile dal reale,dall'impossible al divenire temporaneamente sconosciuto,senza salti nel buio ma attuando compravendite di alloro e oliva da 100 watt, ci basti per due persone almeno. Nessun teorico o amico o filosofo o poeta mi darà mai ragione ma mi basti un matematico che riesca a translare a numeri tutto ciò tanto per farvi un'opinione...e se la fiducia non sarà la loro virtù che questi allora aspettino tempo per il mio viaggio di ritorno...la grande meta che non prometto ma che mi auguro con cuore, aspettino dunque tempo per aver tempo perchè il filo logico che conduce tutto è solo la ricerca della verità,qualunque essa sia, gradisca il progresso il divenire umano almeno che poco male porta rispetto alle rotonde dell'anima. Gettate due basi adesso si potrà andare avanti ma c'è una volontà sicuramente e forse una fiamma gialla che trucca i numeri degli assi.

sabato 13 gennaio 2007

Sotto i portici della realtà


Siamo le ombre scure della notte, siamo i fantasmi che scendono dai treni senza valigie in mano, siamo l'elite dell'antiaccademismo, i fanatici che credono alla spontaneità come virtù e non come difetto, siamo quelli che guardano a terra quando camminano e mentre vivono perchè c'è poco da guardare avanti, siamo il compromesso fra pessimismo e qualunquismo, la transposizione clinica della paura, la matita rossa che si sforza di colorare le lacrime della gente ma non sempre ci riesce, siamo le pallottole che vorrebbero uccidere dentro ma colpiscono fuori, siamo la "notte" e non abbiamo luce , l'utopia che ha preso voce, il pazzo che spiega perchè è pazzo perchè non vuol morire. Siamo quelli che ai posti di blocco hanno paura anche se hanno le cinture perchè temono che la mente slacci le sue e venga arrestata, quelli che il controllo imperialista lo devono subire o si danno al buddismo e siamo anche gli estremisti, i finti filosofi e i reazionari, quelli che non chiedono 10 euro in più alla mamma perchè vedono tutti i giorni il sudore dei nostri padri e le bestemmie e i pugni sul tavolo di fine mese, siamo l'incondizionato mondo dei sostenuti che per portare avanti una passione devono fare gli eroi, siamo vittimisti dentro la parodia di una vita totalmente libera e tutto il nulla che da noi nasce è acclamato a gran voce con meritocratiche affermazioni...Il mondo non è fatto per noi perchè siamo i mediocri del liceo, i curriculum trasparenti , i discreti consumatori di un precario equilibrio e da troppo tempo qualcuno batte il martello su di un'incudine che nessuno ormai vuol più sentire. C'è un uomo morente per terra che guarda le proprie speranze gettare via il potere della libertà mentre scompaiono piano nel buio di una notte illuminata dalle sue finte luci.