venerdì 13 novembre 2020

Preghiera futurista


Che il piccolo agnello indifeso possa essere divorato dal leone.

Che le agonie diventino estasi.

Che le tensioni si tramutino in cantici d'arabeschi.

Che le ferite divengano scudi armati.

Che il dolore abiti sempre il cuore delle fornaci.

Che le ombre siano le più desiderate compagne di ballo.

Che le angosce siano le medaglie più preziose.

Che il passato esista solo come principio.

Che la costanza sia la firma delle promesse.

Che mente e corpo formino il mantice del futuro.

Che la fame di sé stessi mi inghiotta per intero.

Che mai sia pago e che mai sia pago per nessuno.

Che muova l'arte di ignorare tutto ciò che non è futuro.

Che incarni il seme come l'ostia.

Che penetri il desiderio.

Che questo sia il mio.


martedì 27 ottobre 2020

Maieutica solare



Morirò soffocando fra le mie mani.

Perderò i sensi per acquistarne un altro.

Sputerò i miei occhi e li metterò nuovamente sul mio viso. 

Leccherò l'acido dagli oli unti dei ricordi.

Il parto dal ventre della terra sarà lungo una tempesta.

Non attecchiranno semi, non sbocceranno fiori, non cresceranno rami.

Il gigante sotterrato nella cenere spenta starnutirà

respirando nuovamente dopo anni. 

Si toglierà di dosso sali mercuriali ormai passati.

Alzerà la testa cercando il Sole ed aprirà il petto 

per annusare l'odore del proprio respiro.

Nessuna certezza da mietere, nessuna proiezione da tessere.

Tutte le sete mal cucite al proprio baco torneranno inesorabili.

Fuggi da uno specchio, indossa l'abito matematico, porta in processione l'istinto.

Attendi i fantasmi, Jo, attendi i fantasmi.

mercoledì 26 agosto 2020

De Sulphure


Io sono, atomico nello sfuggire, l'ombra senza l'albero,

la radice d'inciampo, la ferita senza la caduta, la gravità distesa ad aspettare la fisica,

le ore in classe a voler andar via dalla lavagna, il bianco che non bastava mai,

il lessico infame che attende di riempirsi, il volume liberato degli scaffali,

l'archivio che fatica a formattarsi, la dimenticanza che scioglie gli ultimi fazzoletti,

ora sporchi ora candidi, io sono.


Io non sono, una fuga d'incanto, le parole che si mordono fra loro,

la punta fendente insanguinata, i corridoi che aspettano i pazienti,

le premure scomparse d'un tratto, la linea che marcava giusto appunto e forse poco,

molteplici opposti che si allineavano riconoscendosi, parallelo alla sinusoide,

il vortice ora decaduto, perdere di vista l'orizzonte e la caduta, 

il vuoto rimasto senza bordo, io non sono.

giovedì 27 febbraio 2020

Apocalisse in polvere



Volume sul pari o multiplo di 5.
Raddrizza il tappeto, metti a posto la testa,
consola il gatto, spegni la luce e poi riaccendila,
svuota il posacenere e poi posa la testa,
poggia il tiro e poi svuotala.

Nessuna apocalisse per ora,
Hemingway dorme sereno, sogna il peggio e teme l'incubo di un giorno ordinario.
Verrò a prenderti, senza bussare,
ho un doppione delle chiavi del tuo senno,
non vedrai nastri rossi, non reciterai litanie o canti, nessuno si farà mai del male.

Ho promesso che ti ruberò tutto, lo farò godendomi con te il 27 del mese,
ascolterò il beep della tua carta,
mangerò la tua torta nuziale ascoltando le urla della tua prole.
Ti guarderò lavare la macchina e festeggiare le promozioni,
annodarti la cravatta prima di correre in ufficio.
Non seppellirò le tue false ambizioni, le tue sbiadite prospettive,
ti concederò fantasie e tutto il tempo di illuderti fino in fondo.

Sarò l'ennesimo +1 nel tuo pallottoliere,
il numero mancante alla lotteria ed il fazzoletto sporco al ristorante.
Mi scioglierò con te che fai passi da gigante su te stesso.
Non avrai mai il piacere di una esplosione unica, di un maledetto ballo per intero,
la sicurezza di un lancio improvvisato senza paracadute.

Rotea, rotea, scendi, cadi veloce, piomba e bevi, che altrimenti non ti passa.