martedì 5 giugno 2018

L'alfiere


Nella riga di mezzo dell’era passata,
Nel ricordo dell’ultimo libro bruciato,
Dentro la narrazione dell’ammasso che vaga,
Un paradosso che mastica sé stesso
Fra i racconti dei saggi nella biblioteca d’Alessandria.

Ho dimenticato gli scorsi due eoni,
Da quando il giorno dura più della mia veglia,
Nella settantaduesima inversione dei poli magnetici
Ho perduto il momento in cui mettere un punto.

Nell’incanto degli affanni mondani,
Sulla cipria che copre le albe,
Dimostrarsi in grado di leggere il titolo per intero,
Rischiando di capire che era tutto il volume.

Lungo il cerchio, trova il principio
All’ennesimo simulacro sacro, indicherò la fine
Nel vagito del buco nero, oltre il respiro della stella che si ritrae
Sulle virgole dove si scontrano le galassie.

I miei ricordi disciolti nel cosmo
Hanno iniziato a usare lo zero
Vivono al di fuori di me e scrivono nelle caverne
Usano la selce e gesticolano confusi.

Prima di fissare in essi il ricordo
Prima di donare il fuoco,
Invocherò un’ultima volta i miei dei e li ucciderò.
Uno ad uno.