giovedì 23 febbraio 2006

Granite al polo e minestre all'equatore


Seduto su un 16" guardo su l'immane lotta tra i due titani e del loro riflesso sono uno specchio trasparente...come granite al polo e minestre all'equatore...costruttore di ascensori serali mi fece qualcuno pensando che l'elettroencefalogramma della vita debba essermi sempre incomprensivo e piatto....rotante il nervo che porta a me pensieri feriti dalla chiusura di sedie a rotelle invernali e cazzo che incomprensibili sonorità e due risate fatte con l'immane entrata del mio gigante........a lui la lotta e le dolci fanciulle che non vedo da tempo...elettroniche arterie servono le fibre da onde nevralgiche e superano scacchiere di stelle armate di torri....cade da lì il mio gigante, giunge in anticipo più del fonico ed eolico spessore d'input...ma io non so ancora...smezzàti battiti bisestili d'estati oltre una materia che rende disoccupato un elastico per capelli...e cade ancora il mio titano e lotta mentre io corro travolto dagli intensi flussi....e le campane della notte van sù e giù ed io con loro,ancorato sballottato coi piedi in aria.....mollai la presa a volte e misi annunci sullo spazio che nessuno mai lesse,tra le montagne e lui categorici fulmini blu scalati spesso per poi seguir la forza d'essi....testa giù tra le aule pappagalli docenti reclutati da spensierate mani verdi...fottuta musica a te mi rivolgo!!!Life is love...portentoso il battito delle mie porte quando l'on sveglia le memorie e le sveglie rincorrono ram per andar più veloci.....l'unità non esiste ma il molteplice incazzarsi di essa duplica a ognuno il mondo e l'essenza di sè stessi.Lo schermo mi accorgo che diventa sempre più grande ma io continuo a guardare al centro e la lotta dei titani fa scivolare il mio sangue veloce nelle vene...non smetterò mai di guardare al centro,sul quel 16" che rimane immenso e che in queste notti aiuta a legare corti i miei capelli che tanto taglierò.......

domenica 19 febbraio 2006

Intorno al mondo e col mondo intorno


Appicco il fuoco in un'industria di stufe stanotte....o mia dolce poesia dell'una e cinque...porto a te il mio fanculo benedetto dal mio pensiero,battezzato dalla mia volontà....come il desiderio di togliermi qualche isolotto dalle scarpe mentre polifemo diventa strabico e un pesce si lamenta che il proprio mondo è troppo salato....tonno in euro......sporgenze psichiche troppo smussate dall'utilizzo degli alpinisti con la penna...virgola virgola virgola e un capo mai...virgola virgola tornerò mai da te,o dolce poesia dell'una e cinque?e dal sale del mare del pesce e dagli scogli del gigante si erge una sirena....pompieri che corrono in retromarcia per buttare acqua dolce sulla fabbrica di stufe...e una pazza carrozza compie il suo 180 a 30 al minuto...offertissima svizzera di prezzi a metà tempo,svincolando dal viale in centro gastrico,giù per una merda di caffè...intorno al mondo e col mondo intorno...