domenica 20 novembre 2011

Ora labora


È sete da sparo di grilletto.
In prima carrozza rintracciano la fase degli altoparlanti col naso.
Anticipano e anticipano e anticipano.
Lasciano nuove fessure nel tempo. Non faticano. Fendono le lame dei coltelli delle metafore che fendono l'aria.
Ecco il rotore della città che sale, ogni giorno finché Iddio ci dia qualcosa da bruciare in caldaia.
Ogni operoso va a posizionarsi nel suo spazio.
Ingranaggi fra ingranaggi. Fra prodotti di prodotti. Oggi come ieri.
Peccato ci sia la notte.
Non un cappello cada correndo dalla stazione.
Non attesa. Non ritardo. Il sistema deve.
Notiamo di essere il braccio che batte forte e instancabile con il nostro martello sull'acciaio rovente del tempo.
Plasmiamo noi prima di farci plasmare.
Inossidabili. Ciclici. Adamantini. Siamo il pane dei nostri cannoni.
Il fiato del ferro è dunque il nostro respiro.
Non è dato sapere se alcun pensiero ha mai invaso l'industria operosa.